Se ne parla tantissimo, lo si ascolta ancora di più, è il settimo ed ottimo album dei Radiohead.
Si potrà dire ciò che si vuole, sarò solamente una delle voci che si aggiungeranno al coro cacofonico di PRO e CONTRO.
Quest'album è bello, intrigante, lento quel tanto che basta da farti entrare davvero negli arcobaleni. La voce di Tom Yorke è, come sempre, animata da una sorta di disperazione compressa in sentimento apprezzabile da molti. È pop ed è alternativo al medesimo tempo, per alcuni potrà sembrare una lagna, ma quando ci si perde nei vocalizzi di "nude", nelle batterie sintetizzate e non di "15 steps" e "weird fishes/Arpeggi", nella stupenda circolarità di "videotape" e nelle parole (che non ho ancora impresse nella memoria, ma che sembrano, anche solo dalla musicalità, adattarsi molto bene all'atmosfera), ci si lascia andare ad un'esperienza.
Parlando da appassionato di Radiohead in generale (da "my iron lung" in poi), è il giusto risultato di un iter, passato dall'intimo e chitarroso inizio, verso un rock sperimentale ed elettronico, fino ad una piena apertura alla contaminazione di questi due mondi. È un po' come imparare. E non c'è cosa migliore dell'imparare a migliorare.
La differenza tra persona colta e persona acculturata è l'intelligenza che la prima applica alle nozioni della seconda, In Rainbows è l'intelligente lavoro di un gruppo che ha strutturato la propria cultura musicale in sette tappe di alto livello.
Il giudizio particolare per singola traccia lo si potrà fare fra qualche tempo, quando saranno entrate nelle ossa, per ora ci si può limitare ad una stima ponderata, un sorriso con i piedi piantati sul suono.
Per quanto riguarda la discussissima forma, l'album è stato offerto ai fan desiderosi ad un prezzo a scelta, in formato digitale, qualità 160 Kb/s joint stereo (alcune fighette dell'informatica-musica si sono lamentate anche di questo), con copertina stampabile; deve ancora uscire il cofanetto contenente l'album in formato CD, comprensivo di due vinili, un ulteriore CD e libro biografico della band (costo 40 sterline-57 euro circa). Questa mossa commerciale ha fatto storcere il naso agli addetti ai lavori, che si son visti "depredati" dal download selvaggio (moltissimi hanno offerto e pagato €0, altri, cosa assurda ma molto eloquente, l'hanno scaricato via P2P!!) autorizzato dall'artista, ma ha fatto storcere il naso anche agli utenti che si lamentano dell'elevato prezzo del cofanetto.
Ora, che il mondo musicale stia raggiungendo prezzi assurdi, non è un mistero, non penso spenderò i 57 euro richiesti per il cofanetto, ma non oso immaginare quanta gente SPRECHERÀ in stronzate musicali "pattume" per fare regali inutili sotto le feste, e soprattutto, mi inchino alla mossa (che si sentiva nell'aria, ma comunque apprezzabile) della band che fa un po' ritornare all'artista il ruolo di comunicatore.
Se un gruppo HA qualcosa da dire, CREDE in ciò che propone, SA di poter raggiungere e FIDARSI in chi ha saputo apprezzarlo, DEVE dimostrarsi vicino al proprio interlocutore e capace di mostrarsi.
Nude recita "Non avere idee troppo grandi, non si avvereranno, ti dipingi di bianco e riempi il rumore, ma ci sarà sempre qualcosa che manca. Ed ora che l'hai trovato, se n'è andato. Ed ora che lo senti, non ci riesci. Sei uscito dai binari. Non avere idee troppo grandi, non si avvereranno. Andrai all'inferno per ciò che la tua mente malata sta pensando." ed è una delle più sagge canzoni che io abbia sentito da quando Ani Difranco ha scritto Dilate.