Baustelle - Amen
di Alessandro Morino

Qualche giorno fa un commentatore un poco polemico (ma anche giustamente) si lamentava del fatto che non avessi ancora segnalato un player che leggesse semplicemente il contenuto di Mp3 in una cartella online.
Beh, dopo qualche ricerca sono riuscito a trovare una soluzione per inserire un player Mp3 nel vostro sito/blog che è nello stesso tempo semplice, elegante, potente e molto comoda (ma soprattutto gratuita).
Non ci credete?
Ok seguitemi e poi mi direte.
Prima di tutto create un account su www.boxstr.com (hosting gratuito di files online che fornisce 5 Gb di spazio e 500 Mb di banda giornaliera).
Una volta effettuato il login selezionate il pulsante MY FILES (fig 1)fig 1
Nella colonna di sinistra vedrete l'elenco delle vostre cartelle. Cliccate su (NEW) per creare una nuova cartella (fig 2)fig 2
Scegliete un nome e una descrizione per la vostra nuova cartella (che conterrà i files Mp3) e abbiate cura di selezionare SONG FOLDER e PUBLIC (fig 3)fig 3
Se avete effettuato tutte le operazioni correttamente ora dovreste visualizzare la vostra cartella nella colonna di sinistra, con il nome della cartella di colore rosso (colore che distingue le cartelle audio).
Cliccate sul nome della vostra cartella audio per procedere con le operazioni di upload (fig 4)fig 4
Una volta selezionata la vostra cartella audio, cliccate sul pulsante upload che si trova nel mezzo della pagina, selezionate i vostri file Mp3 (uno alla volta) e fate partire l'upload dei file (fig 5)fig 5
A questo punto non vi resta altro da fare che personalizzare il vostro player.
Per farlo andate a cliccare su "edit player / playlist options" nella colonna di sinistra (fig 6)fig 6
In questa sezione potrete configurare e personalizzare il vostro Mp3 player.
Se avete dei dubbi su questo punto... lasciate pure un commento (fig 7)fig 7
A questo punto non vi resta altro da fare che copiare il codice da incollare nel vostro Blog / Sito / Myspace nel punto dove volete che compaia il vostro flash player.
Per farlo cliccate su "get your flash HTML code" (fig 8)fig 8
Comparirà una finestra contenente il codice che dovrete copiare ed incollare (fig 9)fig 9
Semplice no?
Ora ogni volta che farete l'upload di un Mp3 nella vostra "Audio Folder" di Boxstr.com il file comparirà automaticamente anche nel player che avete embeddato nel vostro sito.
Inoltre da Boxstr.com potrete visualizzare il numero delle volte che la vostra playlist è stata caricata e il numero delle volte che ogni file Mp3 è stato ascoltato.
Se avete problemi contattatemi pure...
Grazie ad Engadget e Technabob, oggi vi presentiamo un sequencer disegnato da Peter Bennett (ricercatore di Belfast) per il proprio dottorato. Lo strumento si presenta come una tavola imbandita di 32 incavi recettori sviluppati bidimensionalmente per permettere una semplice, intuitiva, ma soprattutto TANGIBILE interfaccia utente.
Cassa, rullante, charleston e campanaccio, questi gli strumenti inseriti di default (immaginiamo che il passo successivo sia rendere modificabile questo settaggio), suoneranno la sequenza stabilita sullo scorrimento orizzontale.
Al primo impatto risulta essere assai carino, magari poco funzionale (prova a destreggiarti velocemente e precisamente con le palline d'acciaio, prova a portartelo in concerto e non perdere nessuna pallina, prova a trattenerti dall'uccidere con un proiettile sferico il proprietario del locale che non ti paga, ma soprattuto, prova a suonare qualcosa di veramente fico con questi quattro strumenti (nonostante mi piacciano sempre un sacco sti suonini del cavolo)), ma speriamo che i limiti che lo strumento palesa già al primo esempio d'utilizzo vengano infranti e che presto aumentino i pattern e le funzionalità ... magari si finirà con l'ottenere un "tenori-on con le palle"!!!
Posted by savohead il 16.1.08
Tags: Audio, Drum, Loops, Midi, Musica, musica elettronica, Recensione, Sequencer, Tenori-On
Per chi si fosse appassionato ai System of a down sin dal primo lontano album del '98, la notizia di un progetto solista del cantante Serj Tankian (il sito è stupendo ma un po' pesantuccio) non dovrebbe essere una novità o una notizia sorprendente, è sempre stato il più "solitario" dei quattro, ha collaborato con fior fior d'artisti (armeni e non), ha scritto poesie, fondato un'etichetta discografica ed un'associazione umanitaria.
La novità è che l'album non delude le aspettative (almeno, le mie). Non c'è molto di nuovo, non ci sono colpi di genio quali ci hanno abituato i SOAD, la musicalità si avvicina molto all'utima coppia di album usciti a distanza ravvicinata ormai due anni orsono, i testi sono sempre impegnati, la sua spiritualità ed il suo attaccamento alla terra d'origine sono sempre più accentuati.
MA ... in aggiunta a tutto questo c'è una sorta di dolcezza (che sicuramente ai duri e puri amanti della schizzofrenica scattosità di "toxicity" e ancor di più del primo album della band farà storcere il naso) che pervade tutte le tracce; tutti i pezzi sono scritti, suonati e cantati da Serj, tranne per le tracce di batteria che sono state programmate da lui ma performate da altri (nei credits del libretto c'è un paragrafo con le collaborazioni lungo quasi quanto la lista degli strumenti che Tankian ha utilizzato durante la registrazione); anche nei "pezzi pestati" non c'è la rabbia di sempre, il cantato è quasi sempre pulito, le melodie sono molto omogenee (alcune si somigliano in parte) e tendenti al semplice e facilmente assimilabile, ma nella seconda parte dell'album diventano maggiormente ipnotiche e ritmate (cosa buona e giusta).
L'artwork incentra l'attenzione sugli occhi e su di una sorta di spiritualità forte che si percepisce anche nei testi, degno di nota il logo che campeggia in quarta di copertina e che rimanda ad una delle azioni umanitarie cui partecipa Serj (nella home page si può notare un altro mostro sacro di questo genere musicale: Tom Morello!!).
Per riassumere: l'album non colpisce per particolari colpi di genio, è semplicemente l'album che ci si aspetterebbe da un artista che si è fatto conoscere nel tempo; MA AVERCENE DI ARTISTI COSì!!!
Grazie alla più famosa idea dei Radiohead di permettere di scaricare l'ultimo lavoro in cambio di una libera offerta, altri artisti hanno deciso di solcare questo cammino (già un nostrano Lord Bean (purtroppo il suo sito non esiste più) nel 2005 aveva messo in download libero l'intero album, passato sotto silenzio per la troppo ristretta nicchia cui si riteneva destinato).
Oggi vorrei segnalarvi (visto che gli alieni risultano più lenti dei vecchini che sulla terra guidano col cappello) l'album "The inevitable rise and liberation of Niggy Tardust" di Saul Williams (più dettagliata la pagina in inglese), album interamente scaricabile gratuitamente (bitrate 192Kb/sec). In alternativa si possono pagare $5 per scaricare una copia dell'album ad un bitrate maggiore oppure in formato .flac (ovvero senza perdita d'informazione).
L'album è un ottimo risultato dell'unione di due menti indubbiamente geniali: Saul Williams e Trent Reznor (anima dei Nine inch nails).
Le basi composte da quest'ultimo per il lavoro del maestro nero dello "spoken word" contengono tutta l'atmosfera dark ed industrial di sempre, ma riescono a non sfigurare rispetto alla poetica ed incessante dialettica di Saul, anzi, aggiungono una buona dose di pathos all'album, cupe ed introspettive, differenti dalle solite basi gangsta e/o commerciali che ultimamente inquinano la scena hip-hop.
Da segnalare un'insolita versione di "Sunday bloody sunday" ed un sacco di piccoli particolari che si possono notare solo dopo ripetuti ascolti.
Decisamente necessaria la comprensione dei testi, sempre ottimi, ma anche il solo ascolto può risultare piacevole ai profani.
Se qualcuno volesse un piccolo assaggio in streaming dell'intero album, grazie ad imeem, è legalmente ascoltabile qui.
Se ne parla tantissimo, lo si ascolta ancora di più, è il settimo ed ottimo album dei Radiohead.
Si potrà dire ciò che si vuole, sarò solamente una delle voci che si aggiungeranno al coro cacofonico di PRO e CONTRO.
Quest'album è bello, intrigante, lento quel tanto che basta da farti entrare davvero negli arcobaleni. La voce di Tom Yorke è, come sempre, animata da una sorta di disperazione compressa in sentimento apprezzabile da molti. È pop ed è alternativo al medesimo tempo, per alcuni potrà sembrare una lagna, ma quando ci si perde nei vocalizzi di "nude", nelle batterie sintetizzate e non di "15 steps" e "weird fishes/Arpeggi", nella stupenda circolarità di "videotape" e nelle parole (che non ho ancora impresse nella memoria, ma che sembrano, anche solo dalla musicalità, adattarsi molto bene all'atmosfera), ci si lascia andare ad un'esperienza.
Parlando da appassionato di Radiohead in generale (da "my iron lung" in poi), è il giusto risultato di un iter, passato dall'intimo e chitarroso inizio, verso un rock sperimentale ed elettronico, fino ad una piena apertura alla contaminazione di questi due mondi. È un po' come imparare. E non c'è cosa migliore dell'imparare a migliorare.
La differenza tra persona colta e persona acculturata è l'intelligenza che la prima applica alle nozioni della seconda, In Rainbows è l'intelligente lavoro di un gruppo che ha strutturato la propria cultura musicale in sette tappe di alto livello.
Il giudizio particolare per singola traccia lo si potrà fare fra qualche tempo, quando saranno entrate nelle ossa, per ora ci si può limitare ad una stima ponderata, un sorriso con i piedi piantati sul suono.
Per quanto riguarda la discussissima forma, l'album è stato offerto ai fan desiderosi ad un prezzo a scelta, in formato digitale, qualità 160 Kb/s joint stereo (alcune fighette dell'informatica-musica si sono lamentate anche di questo), con copertina stampabile; deve ancora uscire il cofanetto contenente l'album in formato CD, comprensivo di due vinili, un ulteriore CD e libro biografico della band (costo 40 sterline-57 euro circa). Questa mossa commerciale ha fatto storcere il naso agli addetti ai lavori, che si son visti "depredati" dal download selvaggio (moltissimi hanno offerto e pagato €0, altri, cosa assurda ma molto eloquente, l'hanno scaricato via P2P!!) autorizzato dall'artista, ma ha fatto storcere il naso anche agli utenti che si lamentano dell'elevato prezzo del cofanetto.
Ora, che il mondo musicale stia raggiungendo prezzi assurdi, non è un mistero, non penso spenderò i 57 euro richiesti per il cofanetto, ma non oso immaginare quanta gente SPRECHERÀ in stronzate musicali "pattume" per fare regali inutili sotto le feste, e soprattutto, mi inchino alla mossa (che si sentiva nell'aria, ma comunque apprezzabile) della band che fa un po' ritornare all'artista il ruolo di comunicatore.
Se un gruppo HA qualcosa da dire, CREDE in ciò che propone, SA di poter raggiungere e FIDARSI in chi ha saputo apprezzarlo, DEVE dimostrarsi vicino al proprio interlocutore e capace di mostrarsi.
Nude recita "Non avere idee troppo grandi, non si avvereranno, ti dipingi di bianco e riempi il rumore, ma ci sarà sempre qualcosa che manca. Ed ora che l'hai trovato, se n'è andato. Ed ora che lo senti, non ci riesci. Sei uscito dai binari. Non avere idee troppo grandi, non si avvereranno. Andrai all'inferno per ciò che la tua mente malata sta pensando." ed è una delle più sagge canzoni che io abbia sentito da quando Ani Difranco ha scritto Dilate.
Capitano spesso (Capitano Kirk) delle canzoni che ti rimangono in testa, quelle costruite apposta dai mercanti d'arte, quelle studiate per il momento o addirittura plasmate su motivi già inconsciamente riconoscibili. Capitano spesso le massive sollecitazioni dei media che ti portano a nausea dei pezzi che, magari, se li si ascoltasse una volta ogni tanto, potrebbero anche piacere.
E forse è anche per questo che me ne sono andato dalla terra, sono scappato perché, in fondo, voglio essere io a decidere cosa mi piaccia e cosa no. Senza l'inflazionata moda di bucarsi le labbra, cercare di mangiarsi la frangia e tatuarsi stelle in qualsiasi parte del corpo e parte del carpo, il genere "emo" mi piace, e anche molto; magari se non avessero deciso di usarla anche come coro gospel in chiesa, la canzone di KT Tunstall mi sarebbe andata giù.
Ma "monsoon" proprio ...
È un po' come il fenomeno Linkin park (ed in effetti non ci si discosta troppo nemmeno nel genere), canzoni pop vestite e truccate da rock pesante, con una copertura mediatica più spessa della propria lingua la mattina dopo una sbronza. Ma non è nemmeno come i Linkin park.
"monsoon" è una canzone ignobile, semplice e semplicistica(zzi), cantata con la voce semi-soffiata da ammiccante veterano del pop, con sonorità "in" e sequenze di note da manuale del lavaggio del cervello.
La cosa che, però, mi fa accapponare la pelle è quella disperazione che esce verso la fine ... cresce ... si auto alimenta e sfocia in un "piano" (che anche i vermi che stanno mangiandosi mia nonna sanno già da mmò che sfocerà in un "forte") in cui la voce di un donna-uomo riesce ad emettere la seguente ripetizione: "soon soon".
punto 1: hanno perso una scommessa e sono stati obbligati a cantarla così;
numero B: sono stati sponsorizzati da una nota marca di automobili che già da tempo usa "zoom zoom" come ritornello pubblicitario;
lettera III: è un codice speciale che al milionesimo ascolto (personalmente anche prima) apre le cateratte del vomito ed inonda il pianeta a favore dell'invasione aliena per il dominio incontrastato dei Puz
Eppure non sono uno di quei malati di metal progressivo che se uno non sa suonare al contrario le fughe di Berlioz (esistono?!) dietro la testa a duemila all'ora, non è un chitarrista; non sono nemmeno uno snob che consideri la classica come musica colta e la leggera come "roba"; è proprio più forte di me.
Mi spiace aver utilizzato lo spazio concessomi per recensire, quale personale sfogo anti alberghi giapponesi (ma non hanno un altro singolo?! e se ne hanno, perché io sento sempre sta canzone alla radio?!), prometto che in questi giorni mi ascolterò "In Rainbows" e, quando lo avrò SENTITO, sarò abbastanza grato ai Radiohead di esistere e ve lo saprò dire.
Molti di voi ci hanno scritto chiedendoci come mai, avendo ricevuto una mail dagli Alieni e appiccicato un post su di un blog, io non scarichi musica da internet, piuttosto che richiederla a terrestri ed alieni.
Risposta: "... ehm ... allora ... eeeehhh ... mmh ..."
Risposta seria: "perché sono un feticista del consumistico mercato musicale. Ho sempre pensato che la musica scaricata da internet fosse la migliore vetrina per imparare a conoscere nuova musica, ma se l'ascolto di più di 4 brani di un medesimo album supera le 10 volte, è un dovere dell'ascoltatore premiare l'autore con il dovuto contributo. E poi perché mi piace l'odore del booklet, perché adoro sapere chi diavolo suoni quell'organetto in quel passaggio di quella canzone, se gli 311 vengano ringraziati dall'ennesimo gruppo californiano e se il testo che ho capito sia veramente il testo della canzone."
E quindi attendo con impazienza la musica che gli alieni mi hanno promesso e il fattorino in viaggio dalla terra con il resto della mia roba.
Per ora, recensisco a memoria il primo album del mio gruppo preferito: gli Weezer.
Minimale copertina e contenuto, la bellezza sta nelle cose semplici, ed un album semplice ma speciale, è il meglio che ci si possa aspettare.
Le canzoni scorrono una dopo l'altra come fossero una sola, come fosse giusto che alla precedente seguisse quell'accordo, quel cantato, quella melodia e quell'idiozia. Sì, perché di primo acchito l'album può sembrare un simpatico contributo alla discografia mondiale, né più né meno di un sassolino, non una pietra miliare. E invece ...
My Name is Jonas è l'ingresso al capolavoro, introduce chi ascolta (e sente) al suono che caratterizzerà l'album ed il lavoro degli Weezer in generale. Salta da piano a forte con il dovuto preavviso e racconta di strampalate (e metaforiche) imprese di Jonas.
No one else è la canzone più maschilista che esista (rima trucida, lo so), ma è insito nella melodia il fatto che sia ironica, guardando in faccia Rivers Cuomo, poi, è facile comprendere quali paranoie abbiano crivellato il suo cervello nell'età adolescenziale (leggi: non ha battuto chiodo per anni).
The world has turned and left me here è una nostalgica e lenta ballata, che rinnova quel suono marcio alla Pixies che contraddistingue il gruppo, chitarra grossa, ma malinconica, accordi semplici, ma diretti al cuore; è da ascoltare con la testolina inclinata e gli occhi verso il soffitto.
Per quanto riguarda Buddy Holly, invece, tutti conoscono il video, nessuno si ricorda di averlo apprezzato, nessuno ha in testa il nome del gruppo e men che meno il nome della canzone. È l'unica canzone che sembra differire dalle altre, molto festaiola e frivola, ma entra in testa che è una meraviglia.
Il secondo singolo è stato Undone - the sweater song, ed ha aiutato il mondo a capire la strategia di questo gruppo. Primo singolo popolare, secondo singolo una canzone senza capo né coda, con gente che parla su un piccolo arpeggino, pianoforti aperti e suonati con un ferro, immancabili falsetti del primo e indimenticabile bassista. Strano forte come singolo, ma ci si affeziona in fretta.
Surf Wax America sveglia su gli animi, canzone californiana che come motto ha "tu prendi la tua macchina per andare al lavoro, io il mio surf, e quando tu rimani senza benzina io sono ancora sulla cresta dell'onda" ... ghiea!! Ammericàn'ahò.
E poi arriva Say it ain't so, introspettiva e struggente, personale e condivisibile, terribile e perfetta. Canzone sul padrino di Rivers, un po' ubriacone ed un po' rude, una sorta di richiesta di affetto, un'ammissione di non colpa. Un'altra riprova che l'intero album è dal cuore per il cuore-anima-cervello di chi lo dovesse ascoltare.
In the Garage fa riprendere con la calma e la dolcezza le redini dell'album, una canzone da "sfigato" che non può che far sorridere e dondolare il corpo.
E poi l'apoteosi.
Holiday è semplicemente la canzone migliore al mondo da cantare a squarciagola. Ammettetelo, anche voi da gggiovani siete andati in giro in motorino, in bici o in macchina a gridare la canzone che più vi scalda il cuore. Ecco, consigliate a qualsiasi quindicenne di impararsi il testo di questa canzone, fatelo cuocere a fuoco lento dietro una ragazzina caruccia, attendete la piena cottura sino all'arrivo del bacio e fategli inforcare il mezzo di locomozione che più gli aggrada. Contate mentalmente sino a 12 ed al primo rettilineo sgombro lo sentirete urlare "let's go away for a while, you and i, to a strange and distant land ....", mentre sbanda e rincorre rondini.
Per chiudere l'album ci son 7 minuti e un po' di Only in dreams, una piccola odissea con un basso che rema e porta in giro voci e strumenti in crescendo e silenzi che ricordano davvero i sogni strampalati che si fanno.
Insomma, un disco indispensabile, per chi, come me, lo dovesse amare, ma anche per chi volesse semplicemente regalarsi una quasi ora di svago.
Da ricordare, però, che esistono più livelli d'ascolto e che si può apprezzare la semplice spensieratezza del suono, come la profonda compassione dei testi, la stupida goliardia dei pezzi ed il sentimento che pervade l'intero lavoro.
Chiedo scusa per l'infinito post, chiedo scusa per il mio essere, forse, troppo di parte, ma finché non potrò apprezzare di nuovo il piacere di SENTIRE la musica, dovrò andare a memoria.
Appena apro gli occhi, tutte le "mattine", godo di questo spettacolo personale: verde, azzurro e marrone, sento un teporino da "primavera" e l'odore acre della cacca di Puz (così si chiama il mio coso personale). Dico "mattine" perché qui i soli non tramontano mai, dico "personale" perché, per quanto ne sappia, sono l'unico quassù, dico "coso" perché l'unica specie animale di questo pianeta (grande più o meno come Costanzo ai tempi d'oro (qui lo vediamo vicino ad una riproduzione in scala 1:1 del pianeta)) l'ho scoperta io e l'ho chiamata così, dico "Puz" perché ha una caratteristica fondamentale.
È da due o tre giorni, però, che tutto questo non mi calma più (sono scappato qui per questo motivo, non ne potevo più di tutto quel caos che c'è sulla terra). Cercando tra le valige che ho stivato nel mio shuttle, mi sono accorto d'aver dimenticato una risorsa importantissima (oltre al frigo-bar ed al beauty-case) il mio raccoglitore di cd.
Ho deciso, quindi, di utilizzare la radio d'emergenza ed ho chiesto aiuto. Dopo vari tentativi a vuoto, oggi mi ha risposto una voce, mi ha parlato in una lingua a me sconosciuta che sembrava una commistione di suoni, ho lasciato terminare questa cacofonia ininterrotta ed ho risposto con la migliore richiesta di delucidazioni: "eeeeeehhh?!?!".
Dall'altra parte devono aver capito di dover proseguire e solo dopo quasi due ore sono riuscito a farli ragionare. Dopo aver ricevuto via mail delle foto di "nudo" (secondo gli standard di questi alieni), ho imparato a modulare il suono che per loro significa "musica".
Grazie a questi alieni che per comodità chiameremo Alieni, potrò proseguire nel compito assegnatomi dal proprietario di questo blog, dal prossimo intervento cercherò di recensire qualche album del passato e qualcuno del presente.
Sempre che il supporto sul quale mi verranno spediti gli album sia compatibile con la mia strumentazione.
Ero indeciso se intitolare questo post "yamaha: i giapponesi hanno esagerato per l'ennesima volta" oppure "Delirio di onnipotenza, dal giappione con furore". Mi sono limitato ad un titolo didascalico.
Stiamo parlando del nuovo strumento musicale definito (da yamaha) lo strumento del ventunesimo secolo.
Si chiama Tenori-On , sviluppato da Toshio Iwai, e si presenta come come una matrice incorniciata di 16 X 16 led. Per suonarlo è sufficiente toccare con la punta delle dita i led sullo schermo per generare il suono.
Oltre alla matrice di led sullo schermo, sono presenti ulteriori dieci pulsanti, posti sulla cornice sinistra (L1 L2 L3 L4 L5) e sulla cornice destra (R1 R2 R3 R4 R5) che consentono di gestire le diverse modalità e opzioni dello strumento.
Il concetto è quello di strutturare la performance musicale a "layer" (li chiamano layer come se fosse Photoshop ma per intenderci è come se fossero tracce). Viene suonata una sequenza di suoni sul primo layer che viene mandato in loop, si crea un nuovo layer e si generano altri suoni che vanno a sommarsi ai primi e cosi via (per un massimo di 12 layer). Grazie al lettore di card integrato è possibile caricare propri samples da utilizzare con il sequencer.
Il costo si aggira intorno alle £ 500, quasi 900 euro (!!!).
Risulta molto complesso spiegarlo a parole, basta guardare il video demo ufficiale per capirci molto di più.
Il discorso è quanto uno strumento del genere possa essere utilizzabile nel mondo della musica suonata o se diventerà semplicemente un costoso giocattolone per stupire gli amici nel dopo cena.
Sono convinto che sia stato pensato per le performance live. Non avrebbe senso portarlo in studio di registrazione (con il PC si può fare molto di più e molto meglio). L'idea di poter gestire una "orchestra digitale" di strumenti con un singolo controller ed il tutto in tempo reale è certamente affascinante.
Chissà quando sarà presentato sul palco un trio composto da voce, batteria e Tenori-on.
Per ora lo strumento della Yamaha è disponibile in Giappone e in Gran Bretagna (dove tra l'altro hanno finito gli stock!).
Mi piacerebbe provare a smanettarci... chissà, un giorno.
Vi segnalo la piattaforma mypodcast.com. Permette di creare canali podcast e di gestire gli "episodes" uploadando file audio e pubblicandoli il tutto operando online.
L'interfaccia è molto curata e semplice da utilizzare.
Assomiglia molto alla piattaforma podbean in quanto crea un tuo "sito" stile blog all'indirizzo http://tuonome.mypodcast.com contenente gli episodi del tuo podcast (ho realizzato un podcast di prova per testare l'applicazione visitabile all'indirizzo http://saguarovideo.mypodcast.com/).
I templates del tuo podcast sono configurabili (quelli di default sono pochi e bruttini e sono editabili solo via html).
Cosa ha mypodcast in più di podbean?
Non ci sono limiti di spazio per l'upload di file.
Cosa ha mypodcast in meno di podbean?
Applica una pubblicità all'inizio del tuo file audio da ascoltare obbligatoriamente (enorme pecca! però dovrebbero pagarti i passaggi della pubblicità per ogni download degli episodi. Se qualcuno ne sa qualcosa si faccia avanti) e non consente l'embed del file audio pubblicato (ma che peccato!).
I templates sono editabili esclusivamente via codica html mentre podbean fornisce una piattaforma di editign stile "Blogger layouts" anche se meno avanzata.
Fate voi i vostri calcoli...
Finetune è una piattaforma in spirito web 2.0 che consente l'ascolto online di musica in streaming.
Il primo impatto con il sistema può risultare scoraggiante.
Prima di tutto è necessario creare una playlist (anche se è comunque possibile ascoltare le playlist degli altri utenti o le "artist radio" ovvero dei canali di musica tematica che partono dalla ricerca per artista, in stile pandora per intenderci).
Per creare la playlist personale è necessario selezionare 42 traccie (altrimenti la playlist non può essere ascoltata), tenendo conto che non si possono aggiungere nella stessa playlist più di 2 brani dello stesso artista.
Dopo essersi sbattuti a trovare 24 canzoni siamo pronti a condividere con la community la nostra selection e embeddarla sul nostro sito/myspace/blog.
Inoltre sono presenti tutte le features degne di un social site come commenti, invito di amici e molte altre amenità varie.
Ecco un esempio del "playlist player" che può essere embeddato (viene fornito il codice). Ho messo la mia playlist. La scelta dei brani è stata fatta frettolosamente.
Contenutisticamente parlando mi pare ci sia molta carne al fuoco anche se non siamo ai livelli di Pandora.com (se qualcuno trova una social radio dove è possibile ascoltare Tetsuo Saito mi faccia un fischio che gli faccio un regalo).
Nuovo album dei radiohead scaricabile dai 10 ottobre. Questo il sito di riferimento.
Pare che il prezzo dell'album venga fatto dall'acquirente e non dal rivenditore.
Si può scegliere tra l'invio dell'album per posta (Discbox customers) o il download digitale (nella versione download non sono presenti "contenuti extra"):
Discbox customers.Da tutte le voci che questa operazione sta sollevando (che di fatto taglia fuori le case discografiche) mi chiedo se non sia una mega trovata pubblicitaria.
You goods will be shipped on or before 3rd December 2007 by post.
Information regarding the download (included with the Discbox) as per below.
Download customers.
You will receive a further e-mail shortly before the 10th October detailing your username and activation code. The e-mail will also provide the link to the download area.
15 STEP
BODYSNATCHERS
NUDE
WEIRD FISHES/ARPEGGI
ALL I NEED
FAUST ARP
RECKONER
HOUSE OF CARDS
JIGSAW FALLING INTO PLACE
VIDEOTAPE
Da quando pandora ci ha lasciati, quotidianamente siamo alla ricerca di servizi alternativi che ci consentano di ascoltare musica online che siano all'altezza.
Ecco qui uno tra i migliori siti di mp3 streaming online in cui mi sia mai imbattuto:
Deezer
Deezer consente di effettuare ricerche di mp3 per artista o titolo della canzone, di creare playlist e dare voti alle canzoni.
Come a suo tempo pandora, anche Deezer consente di ascoltare una playlist proposta "dal sistema" a partire da un artista. Questa feature si chiama "smart playlist".
Era proprio quello che cercavo... ma subito mi sono dovuto ricredere. La smart playlist di Deezer non è neanche all'altezza di quella di pandora.com.
Innanzi tutto in pandora era possibile partire da una singola canzone e il sistema ti proponeva la playlist. In corso d'opera si poteva votare positivamente o negativamente le canzoni proposte e quindi affinare la playlist. Inoltre era possibile aggiungere alla playlist di pandora delle canzoni o degli artisti "ok" in modo tale da dare più strumenti al sistema per proporci canzoni affini ai nostri gusti.
Con Deezer si ascolta quello che ti viene proposto a partire da un artista ed è possibile esclusivamente skippare una canzone o esprimere disapprovazione per la canzone proposta (questo significa che quella canzone non verrà piu riproposta e non che il sistema si affina).
Tuttavia Deezer ha i lati positivi non indifferenti di farci scegliere le playlist, farci aggiungere brani, votarli e udite udite... caricare (o uploadare, come preferite) i nostri mp3, si, si, proprio quelli che abbiamo sul nostro hard disk, e farceli ascoltare su Deezer (e farli ascoltare agli altri utenti). Mi raccomando se caricate mp3 prestate attenzione che i Tag ID3 siano correttamente compilati altrimenti i file non saranno approvati.
Perché tutto questo è legale? Perche Deezer si preoccupa di pagare le royalties per le riproduzioni dei brani. Fantastico.
Un'altra feature molto interessante è quella di poter sharare (o condividere se preferite) la playlist su blog o siti semplicemente cliccando sul pulsante "blogga" all'interno di una playlist.
Ecco il risultato:
Jango è una social internet radio davvero interessante.
E' possibile creare playlist partendo da un artista. Una volta creata la playlist è possibile aggiungere artisti ed è anche possibile selezionarli da un elenco di "consigliati".
Vengono visualizzati anche gli "amici" e i "like-minds" ovvero utenti con gli stessi tuoi gusti (altrimenti che radio sociale sarebbe?).
Da provare assolutamente.
Peccato che l'accesso sia limitato dal sistema degli inviti.
Essendo stato io invitato (da maestroalberto, e lo ringrazio vivamente) ho a disposizione 3 inviti.
Regalo un invito a Jango alle prime 3 persone che ne faranno richiesta nei commenti.
Soundsnap è una piattaforma web 2.0 per tutti gli appassionati di suoni ed effetti. O semplicemente per chi ha bisogno proprio di quel suono per il suo progetto!
Soundsnap risulta incredibilmente versatile e completo per più di una ragione:
Interfaccia grafica semplice ed intuitiva,
possibilità di scaricare i suoni senza dover creare un account,
possibilità di scaricare i suoni in formato compresso o non compresso (mp3, wav/aiff),
possibilità di effettuare ricerche avanzate,
suddivisione dei samples in categorie per semplificare la navigazione tra i samples.
Voto: ottimo.
Pubblicità:
Ottimo Mp3 streaming flash player realizzato da Enrico Lai.
Per utilizzare la versione gratuita del player è sufficiente scaricare dal sito il player swf e utilizzare il codice riportato nella pagina di download.
L' FMP3 Flash Player, come si può vedere dall'esempio sottostante, è altamente configurabile.
E' infatti possibile scegliere il colore di sfondo e del testo del player utilizzando i caratteri esadecimali, scegliere se far partire automaticamente l'audio o meno, se riprodurre il file mp3 in loop nonché naturalmente scegliere il titolo del brano!
La versione free non consente di utilizzare un logo personalizzato.
P.S. Se volete scaricare questo loop mp3 potete scaricarlo in questa pagina (free for non commercal use).
The Freesound Project è una immensa comunità di utenti accomunati dalla passione per il suono. Creando un account è possibile ascoltare, scaricare, votare, taggare e commentare i sample della comunità. E' inoltre possibile uploadare i propri sample (praticamente senza limiti di formato). Il sistema genera automaticamente una visualizzazione del tuo suono tramite una forma d'onda "colorata".
I diversi colori indicano la frequenza del sample rendendo possibile a prima vista una valutazione del suono.
Altre features davvero interessanti sono la possibilità di indicare geotag per i "field-recordings" ovvero le registrazioni di ambienti e paesaggi sonori (la metropolitana, il parco dietro l'angolo, ecc...) e forse ancora più interessante l'identificazione automatica di sample "simili"; effettuando una ricerca di un sample (per descrizione, titolo o tag) oltre al risultato vengono presentati dei sample che si somigliano. I parametri per definire la "vicinanza o lontananza" di un sample da un'altro sono molteplici. Per maggiori informazioni sulla "similarity search" visita www.semanticaudio.org
Questa comunità rimane senza dubbio la mia preferita di sempre. Da quando è nata si è ingrandita a dismisura raggiungendo un numero di utenti e di sample davvero impressionante.
Il progetto freesound è stato sviluppato da MGT - Grup de Recerca en Tecnologia Musical (MTG) dell'università Pompeu Fabra di Barcellona.