venerdì 2 novembre 2007

Curre curre empitrè

di Alessandro Morino

Dagli Stati Uniti arriva oggi una notizia curiosa e molto interessante, proprio qualche giorno prima della tradizionale maratona di New York: la federazione americana di atletica ha vietato l'utilizzo di auricolari e di riproduttori di musica portatile durante le gare ufficiali. Non illudetevi che si tratti di una strana regola giustificata da motivi di sicurezza, per evitare che qualche maratoneta distratto e immerso nell'ascolto dell'ultimo esaltante singolo di Pupo venga investito da un'inaspettata e micidiale ambulanza. Non è nemmeno a una sottile e pedantissima prescrizione diretta a mantenere gli atleti facilmente raggiungibili dai richiami o dai fischi di qualche arbitro o giudice di gara. Niente di tutto ciò. Illusi. Il divieto è stato imposto perchè l'ascolto di musica costituirebbe un vantaggio competitivo, simile quindi all'utilizzo di sostanze dopanti.

Il meccanismo è semplice, e in molti lo abbiamo sperimentato anche solo trascinandoci sudati e affannati su un tapis roulant di qualche palestra affollata: ascoltare musica fa percepire di meno la fatica, e questo genera meno stress e quindi un minor consumo di calorie. Il problema, l'illogicità che mi fa infuriare e prudere le mani è che non ha alcun senso vietare questo semplice espediente paragonandolo a una droga. Il doping non è vietato perchè falsa il rendimento di un atleta avvantaggiandolo sugli altri. Il doping è vietato perchè è dannoso per la salute, ed è per questo che non passerà mai la provocazione di chi propone il doping libero, e "che vinca il migliore" tra tanti bombati. Il doping rovina il cuore, il sistema endocrino, genera tumori. La musica, tranne rari casi di possessione demoniaca documentati in Vaticano e qualche episodio di sordità transitoria registrato in Romagna, non è dannosa. Vietare l'uso di auricolari perchè avvantaggiano gli atleti in ascolto equivale a vietare l'uso di questa o quella scarpa da corsa particolarmente comoda, impedire un allenamento migliore rispetto ad un altro, o imporre l'assimilazione dello stesso quantitativo d'acqua a tutti gli atleti durante una gara. Un'assurdità priva di ogni fondamento logico e legale, sempre che non si voglia sostenere che tanta buona musica porti ad una percezione della fatica così bassa da indurre a sforzi che il cuore non può reggere: Tom Simpson morì d'infarto nel 1967 durante una tappa del Tour de France perchè un cocktail di simpamina non gli fece percepire la fatica che lo stava uccidendo. Dubito che una playlist, per quanto eccitante e ritmata, possa generare lo stesso effetto nefasto.

Resta quindi da capire che grado di cultura sportiva, che livello di intelligenza e quale vita privata e pubblica caratterizzino le persone che hanno promulgato questa regola ridicola. Non ho voglia d'indagare a fondo, scartabellare i registri della federazione americana di atletica a caccia di responsabili, sfogliare giornali stranieri in cerca di nomi e notizie. Mi limito a cercare con Google la foto dell'organizzatore della Maratona della Nonna di Duluth, Minnesota: un brillante cittadino che ha sequestrato i lettori portatili dei partecipanti, per poi dichiarare che "Coloro che non sono capaci di far rispettare questo divieto si dovrebbero vergognare!". Grazie, signor Scott Keenan: mi basta la sua foto, e capisco molte cose.

3 commenti:

savohead ha detto...

Agghiacciante.
Pienamente d'accordo con te, come sempre.
E lo sconforto di scoprire che spesso conseguenze di pensieri assurdi sfocino in ridicole conseguenze accettate dalla società, fa prudere le mani anche a me.
"A te chi non ti piasce" "i ragni" "bène, ammè i Visigothi, da domani sulla porta della libreria sci scriviamo: VIETHATO L'INGRESSO AI RAGNI E AI VISIGOTHI"

220-601 exam ha detto...

You are correct.What you are writing is 100% correct.Listening music while running gives competitive advantage to listen.It's similar like using medicine.

Anonimo ha detto...

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